Body positivity “Il corpo autentico”

Body positivity Il corpo autentico

Ci troviamo in un momento storico dove il concetto di inclusione e Body Positivity ricoprono un ruolo molto importante nel credo sociale, perché promuovono, attraverso social e mass media, l’accettazione del proprio corpo senza confronti con i corpi “mistici” di riviste e campagne pubblicitarie. 

Il rapporto della moda con il corpo e viceversa non è un rapporto sereno, in quanto, sin dall’alba del XX secolo i designer hanno tentato di rivoluzionare il corpo, impostando su di esso canoni di bellezza e vincoli di movimenti e comportamenti. La moda ha modificato il corpo e la sua percezione eliminando il corpetto, che ha costretto il corpo delle donne per secoli in una “gabbia di contenimento”. È cosi che la silhouette si libera e fluidifica, mentre, intorno al 1920, diventa asciutta con l’introduzione dei pantaloni. 

Come nasce il body positive?

Dopo le due guerre mondiali, con i movimenti giovanili si affermano nuovi capi come le minigonne. In poco più di mezzo secolo il corpo, oltre a liberarsi si scopre e diventa “oggetto” di desiderio e discussione degli sguardi altrui.

La rinascita e la perfezione dei mass media, come la televisione e il cinema, portano alla diffusione di stereotipi di bellezza attraverso famose attici: Marilyn Monroe o Sophia Lauren ecc.  Negli anni ‘80 questo concetto si diffonde con le top model, che sono un altro fenomeno di perfezione estetica quasi irraggiungibile, diventando riferimento di bellezza comune. Questi sono gli anni in cui si afferma e diffonde la cura e il perfezionamento del proprio corpo ricorrendo alla palestra e chirurgia. 

Ripercorrendo alcuni punti della storia della moda del XX secolo emergono i canoni di bellezza ideali e “perfetti”, lontano dai corpi reali, diffusi dal fashion system. 

Ad oggi, Body positivity, Body neutrality, accettazione, inclusione, plus size, imperfezione, vitiligine, smagliature, chili di troppo, cellulite, rughe o capelli bianchi, sono concetti che iniziano a far parte della cultura comune. 

Cose’è cambiato? 

Tra il 2010 e 2011, attraverso dei post sui social (Instagram), diverse donne oversize hanno cominciato a celebrare il proprio corpo ( postando foto con l’hashtag #bodypositivity), diffondendo un clima positivo per chi possiede un “corpo normale”, ma non conforme ai canoni di bellezza diffusi dalla moda. Perciò avere un atteggiamento positivo verso il proprio corpo significa accettare le proprie “imperfezioni”. 

Inoltre questo movimento combatte gli stereotipi e pregiudizi circa i canoni di bellezza radicati nella società, con lo scopo ultimo di rendere l’industria culturale davvero più inclusiva, dove ogni donna è bella a modo suo.

Anche questo movimento ha avuto ripercussioni negative: è stato “accusato” di voler normalizzare i problemi legati alla salute, dove, una cosa è vivere con positività il proprio corpo e un’altra è incoraggiare comportamenti alimentari sbagliati, come l’obesità.

Tutto questo conduce al Body Neutrality, ovvero, un nuovo approccio dove l’estetica del corpo viene messo in secondo piano e ciò che conta è il prendersi cura di sé per un benessere interiore e un’armonia tra corpo e mente. 

I concetti promossi dal movimento portano la moda ad includere: la bellezza autentica e fuori dal comune all’interno dei propri prodotti. Compaiono nelle campagne pubblicitarie modelli di bellezza simili a corpi reali, con imperfezioni: smagliature, acne o vitiligine. 

Successivamente il termine “inclusivo” è entrato a far parte del vocabolario, esprimendo un nuovo modo di intendere il concetto di bellezza e vivere il proprio corpo. 

Modelle con la vitiligine

La vitiligine, nello specifico, è una malattia della pelle delicatissimo, solitamente non è grave ma comporta un forte disagio estetico per chi ne è affetto. Le critiche, sguardi o atti di bullismo possono avere conseguenze psicologiche e sociali nel paziente. Al di la della diagnosi medica, sia fisica che psicologica, alcuni marchi di moda hanno affrontato il tema includendo modelle affette dalla malattia nelle loro compagne pubblicitarie e sfilate, allo scopo di promuovere la bellezza diversa e autentica. Winnie Harlow è il nome della modella, cui pelle è stata sotto i riflettori per i brand di moda Desigual e Diesel. 

Modelle curvy

Negli ultimi anni grandi brand di moda stanno effettuando trasformazioni, riguardo al modo di vedere e intendere il corpo e la bellezza. In particolare le modelle curvy stano avendo successo, in quanto promuovono un idea di corpo sano, genuino e bel bello nonostante non sia una taglia 38.  Ashley Graham, Precious Vittoria e Jessica Leahy sono i nomi della attiviste della performance curvy e del body positivity. 

Modelle affette da l’alopecia

I cappelli lunghi sono considerati da sempre simbolo di femminilità, la lunghezza e la qualità sono sinonimo di salute e bellezza. Purtroppo però ci sono modelle che combattono contro l’alopecia: malattia che comporta la perdita dei capelli. 

Yana Dobrolyubova è la modella più chiacchierata della Fashion Week di New York nel 2019. All’insegna della diversità incanta tutti con la sua bellezza diversa e proprio per questo affasciante. In un intervista dichiara che le parrucche le permettono di trasformarsi e afferma che “ anche le calve con l’alopecia sono belle e sexy”. 

Mentre Chrissy Sparks un fotografo inglese ha trasformato un gruppo di donne affette da l’alopecia in modelle dalla bellezza non convenzionale e affascinanti per la diversità. 

Infatti le modelle sono state soggette a scatti con indosso lingerie seducenti al fine di  dimostrare che anche le donne calve sono sexy e belle. 

Modelle transgender

Negli ultimi anni modelle transgender stanno avendo un grande successo nella moda. 

Indira Moore nel 2019 il suo viso è diventato un icona sopratutto dopo la recita della serie televisiva Pose, sfilando poi per Gucci, Dior. Incarna l’icona contemporanea dal fascino innato e l’eleganza senza tempo. 

Teddy Quinlivan, Chanel l’ha voluta come il volto della sua linea di make-un e skincare. 

La sua è una bellezza quesi aliena, dal fascino innato. 

Valentina Sampaio, è la prima modella transgender ad essere tra gli angeli di Vittoria’s Secret, ma il suo è stato anche il volto di brand come L’Orèal, conquistando anche diverse copertine internazionali. 

È grazie al coraggio e all’ambizione di queste modelle che il mondo della moda sta cambiando, includendo canoni di bellezza diversi ed evoluti. 

Cosa possono fare le piccole aziende per entrare a far parte di questo meccanismo? 

Prima di tutto bisogna effettuare un’analisi del proprio mercato cercando di capire le loro esigenze, progettare una linea d’abbigliamento per persone con taglie over, promuovere la propria linea con modelle normalmente “imperfette” fisicamente o esteticamente, effettuando inoltre una comunicazione inclusiva, sia attraverso i media che attraverso gli store. Spesso chi presenta taglie forti è difficile che trovi esposto in primo piano, un prodotto che promuove una bellezza diversa, perciò, l’esposizione e la giusta visibilità, con fierezza, alle diversità è importante, soprattutto per chi si è dovuto accontentare di un’abbigliamento che non rispecchia il proprio stile ma solo il proprio fisico. 

In fine, contattare influencer in target con la linea di prodotti e con il pubblico che si vuole raggiungere, anche se con pochi follower ma, con un alto potenziale di comunicare con la  loro autenticità, i valori che l’azienda desidera portare avanti in fatto di body positivity. 

Mikelina Ragami