Michela Gattermayer – intervista durante il corso di Brand di Moda

Chi mi segue sa che insegno al corso di Brand di Moda: analisi, progettazione, promozione – Università di Bologna (Culture e pratiche della moda).

Come di solito capita, coinvolgo gli studenti a fare qualcosa di pratico, non mi soffermo alla teoria, ma voglio che il corso sia una vera e propria “esperienza da vivere”, è in questo contesto che ho avuto il piacere di ospitare Michela Gattermayer, intervistata dagli studenti del corso di laurea triennale, nonché membri di Zonemoda, Guido Mayall e Asia Grifalconi.

Sappiamo bene di chi si tratta, è una giornalista di moda influente e ascoltarla mi e ci ha fatto sognare.

Non posso non dire la mia.

Sono una grande curiosa, di fronte a chi ha da raccontare una lunga esperienza, non resto che incantata ed emozionata.

Con lei abbiamo fatto un tuffo nel passato e ci ha spiegato in che modo la produzione dell’informazione è cambiata, durante tutto il suo percorso professionale.

Mentre parla, immagino uno scorrere di fotografie in bianco e nero e Michela adolescente intenta a curiosare tra i giornali, dei quali la casa è invasa, grazie alla passione e alla professione della sua mamma giornalista e del suo papà pubblicitario.

“Mi mettevo sul divano e leggevo tutto quello che arrivava a casa.”

Mi pervade di energia il suo racconto, mentre spiega delle sue prime esperienze come assistente, stylist e poi come redattrice di moda.

“Il mondo del giornalismo è cambiato, prima c’erano dei fattorini che consegnavano foto e articoli da mandare in stampa, l’avvento del fax è stata una rivoluzione. Prima era un mondo più artigianale, mi capitava di aiutare i grafici a tagliare le foto, altrimenti non facevamo in tempo a pubblicare.”

Ecco che quelle fotografie in bianco e nero, di prima, iniziano ad acquisire colori sfavillanti, quelli che stimolano la mente e la creatività, probabilmente, oggi un po’ assopita dalla digitalizzazione.

Un attimo però, voglio tornare indietro nel tempo e spiegare come mi è stato permesso tutto ciò, perché è doveroso ringraziare Valentina.

Chi è Valentina?

Da due anni collaboro con la rivista Technofashion e la prima intervista l’ho fatta ad Alberto Corti di Monticolor, non potete immaginare l’emozione.

In quell’occasione ho avuto il piacere di conoscere Valentina Gattermayer, con la quale c’è stato subito feeling, tanto da presentarmi sua sorella Maria Paola, altra splendida persona, che mi ha permesso di intervistare Luca Pinelli di Solidea, un brand che per me è stato davvero una scoperta…

Dove voglio arrivare… 

Insomma, prima ancora che queste interviste prendessero piede, all’inizio, appena conosciuta Valentina, mi sono chiesta:

“Gattermayer, è il cognome di Michela, era stata ospite a Zonemoda… ma vuoi vedere che?!”

… In realtà smemorata come sono, non le ho mai chiesto di un’eventuale parentela.

… Poi, mi aveva già presentato sua sorella.

Però, quest’anno, con la voglia di continuare a stringere collaborazioni anche con altre riviste di moda, essendo Valentina addentrata nel settore della comunicazione, le ho chiesto se avesse suggerimenti per me.

E nientepopodimenoche… mi dice “se vuoi puoi chiedere a mia sorella” e io “Maria Paola” e lei “No, Michela, siamo tre sorelle”

:O Vi lascio immaginare la mia emozione…

“Noooooo, ma davvero?!”

Dieci anni prima, ero una laureanda universitaria quando Michela era stata ospite a Zonemoda, in quegli anni il team di comunicazione prendeva forma e ci occupavano della comunicazione di eventi e tutto il resto… era il preambolo di cosa è adesso Zonemoda, era il preambolo della mia vita lavorativa… era il preambolo di tutto.

Avete idea di cosa ha provato la studentessa che è in me, quando ho avuto questa notizia?!

La me studentessa non avrebbe mai immaginato di averla come ospite all’interno del corso. Allora, ho pensato subito che invitarla sarebbe stato, non solo un onore per me, ma anche entusiasmante per gli studenti.

Così è stato!

In un periodo difficile come questo è stata ancora di più un’esperienza positiva.

In un momento in cui il Covid ha annebbiato le emozioni, prodotto un distanziamento fisico e psicofisico. Alle prese con la DAD, in un corso più pratico che teorico, dove il team building è la vera scoperta… Michela è riuscita a stimolare, a far riaffiorare la voglia di fare e a colorare la grigia istantanea di questo periodo.

Non si è posta come un mito greco irraggiungibile, come può accadere di fronte a una persona con una carriera sfavillante, ma ci ha mostrato luci e ombre, di una professione, che ribadisce di amare da sempre.

Da Elle a Donna, al suo primo numero su Laura Biagiotti, che apriva un campo da golf, negli anni ’80, emerge tutta la vitalità di una donna che ha una creatività esplosiva.

“Non è di cashmere ma è pur sempre un golf”

Con questo titolo ha avuto inizio la sua scalata come giornalista.

Da New Moda al ritorno a Elle, Michela non ha più avuto limiti geografici, e quando internet non c’era, per conoscere gli stilisti e toccare con mano le loro creazioni era necessario essere in presenza.

Limiti… non solo geografici, Michela non ha più avuto limiti neanche nell’esposizione delle emozioni e dei fermenti sociali.

Parlare solo di moda può essere riduttivo, se non la si considera in un contesto sociale, spesso si fatica a comprendere perché uno stilista abbia lavorato in una certa direzione e perché sia stato geniale… dunque è questo il momento dell’avvento delle rubriche di musica, arredamento, ecc. 

Questa sì che è una scommessa!

Introdurre in una rivista di moda altri argomenti correlati, vuol dire aprire la mente e intercettare anche gli stimoli più lievi, per far conoscere un punto di vista inedito.

Questo è il vantaggio delle riviste!

In un mondo come quello di oggi, fatto di news in tempo reale, non è lo scoop la vera notizia, ma il punto di vista di un giornalista, prima di tutto una persona, che attraverso un suo percorso di ricerca, ti mostra le sue risposte, le sue incognite e le sue idee.

La rivista, oggi più che mai, nella sua comunicazione apparentemente unidirezionale, vuole stimolare un dialogo, offrendoti un punto di vista, in base al quale puoi costruire il tuo.

Tra una pagina e l’altra della rivista, ti soffermi a pensare… non divori l’informazione come avverrebbe su un qualsivoglia sito web.

Il tempo, l’attenzione per i contenuti, il rispetto per te, sono valori che si stanno perdendo nel vortice del fast.

E la qualità si perde, come nel fast fashion, anche nel fast content.

Con questo ritmo si perde tutto. L’esperienza, il pensiero, la ritualità della lettura, la creatività, l’esplorazione… l’attimo.

Velvet per Michela è stato, invece, tutto questo.

“All’inizio volevano fare un giornale di arredamento, ma dopo un incontro mi dicono che vogliono fare un giornale di moda, da lì mi ritrovai ad inventare un giornale. Chiamai due ex colleghi per realizzare un progetto in cui ci volevamo divertire e inventare qualcosa di nuovo.”

Dopo sette anni, è il momento di Vanity Fair e nel 2012 di Gioia.

Oggi è vicedirettrice di Elle.

Alla fine dell’emozionante excursus della sua vita professionale, Michela saluta gli studenti con un importante consiglio.

“Non siate presuntuosi!”

Tuona nella mia mente questo consiglio… in un baleno anche i frame della mia vita professionale costruiscono una nuova coscienza di me e annuisco mentre ribadisce:

“Penso che per fare qualsiasi lavoro ci voglia curiosità, non bisogna solo documentarsi su internet, ma andare anche fisicamente nei posti. L’esperienza fisica fa la differenza. È molto importante avere vari strumenti di informazione per sviluppare la propria, ormai viaggiare è diventato facilissimo. Sono una sostenitrice della creatività, dell’idea di fare cose diverse dagli altri.”

All’improvviso il tempo per me rallenta…

“Non fermatevi mai! Siate spiritosi, tranquilli e più liberi!”

La vita scorre in queste parole e sotto la lente d’ingrandimento, concludo che, osservare con occhio attento e pieno di curiosità le persone, i rapporti, i fatti, ci permette di vivere esperienze davvero uniche.

Grazie a Michela e a Valentina, da me e dalla classe, per aver permesso di riaccendere il fuoco della creatività.

Se il giornalismo di moda ti appassiona, potrebbe essere arrivato il momento giusto per dedicarti finalmente al tuo sogno. Per sapere come offrire un servizio completo per la redazione di contenuti ad hoc non ti resta che scoprire come fare e acquisire le giuste competenze.

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